NEW YORK - Vede svanire, almeno per il momento, la speranza di un salvataggio e affonda: Wall Street è crollata ieri con la bocciatura da parte della Camera del piano salva-finanza targato Paulson, che ha sugli indici un effetto più dirompente di quello avuto dagli attacchi terroristici dell´11 settembre 2001.
Con tutta l´attenzione puntata sul voto alla Camera, New York sin dai primi scambi si è mossa in terreno negativo, anche sulla scia dell´Europa. Il no al piano (228 no e 205 sì) ha accentuato le perdite con il passare dei minuti: alle 22.00 ora svizzera (le 16.00 a New York), gli indici chiudevano con il Dow Jones in calo del 5,89% a 10.486,43 punti, il Nasdaq giù del 9,14% a 1.983,73 punti, e lo S&P 500 in flessione del 7,34% a 1.123,94 punti. Ma gli scambi sono, come di consueto, proseguiti oltre la chiusura ufficiale e anche intensamente: tanto che, in seguito agli aggiustamenti tecnici, lo S&P 500 è arrivato a cedere l´8,8%, il Dow Jones il 6,62%.
Contrariati dell´esito della votazione il presidente George W. Bush e il segretario al Tesoro Henry Paulson che, di fronte alle telecamere, ha parlato di "stress dei mercati mondiali", ribadendo la necessità, anche a stretto giro, di un piano di salvataggio del sistema anche perché la stretta del credito si sta facendo sentire sull´economica, limitando l´accesso di famiglie e imprese a finanziamenti. Wall Street resta appesa a un soffio: la Camera si è riconvocata per giovedì prossimo, giorno in cui dovrebbe votare nuovamente il progetto frutto dell´accordo raggiunto in Congresso. Un progetto che "funziona" e che deve essere "approvato rapidamente": "Siamo pronti a utilizzare tutti i mezzi a disposizione per proteggere - afferma Paulson - i nostri mercati e la nostra economia.
Nel lunedì nero di Wall Street i più penalizzati sono i titoli finanziari, anche in seguito alla cessione delle attività bancarie di Wachovia a Citigroup per 2,16 miliardi di dollari, operazione avvenuta con la complicità del governo, intervenuto senza attendere il voto del Congresso per evitare il verificarsi di un possibile rischio per il sistema. Citigroup per far fronte all´operazione ricorrerà al mercato, con un aumento di capitale da 10 miliardi di dollari. Wachovia cede in Borsa l´82% a 1,80 dollari, mentre Citigroup arretra dell´11,9% a 17,75 dollari. Morgan Stanley arretra del 15,19% a 20,99 dollari, nonostante l´annuncio dell´accordo con Mitsubishi Ufj che investirà nella banca americana 9 miliardi dollari, rilevandone il 21%. Giù anche JPMorgan, -15,01% a 41 dollari, Merrill Lynch, -19,59% a 22,00 dollari, e Goldman SAchs, -12,53% a 120,70 dollari.
Sul mercato la tensione resta alta nonostante la Fed abbia raddoppiato l´ammontare delle aste in dollari a 620 miliardi, così da consentire alle banche di non soffrire di ristrettezze.